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Riforma Salini: il parere di Giancarlo Leone

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Giancarlo Leone, Presidente di APA, e membro del Consiglio superiore del Cinema e dell’Audiovisivo, promuove la riforma immaginata dall’ad Rai Fabrizio Salini, che punta a ridefinire l’organizzazione editoriale e industriale dell’azienda e ha tra i cardini nove direzioni di contenuto.

“Il piano industriale di Salini? Il punto dei vista dei produttori e’: fate presto, perché il progetto è indispensabile per il rilancio della Rai e va nella direzione giusta, fornendo presidi di competenza per il rilancio industriale di fiction, intrattenimento, documentari e animazione, generi di cui poi usufruiscono le reti”.

“Il nostro giudizio è positivo, perché nell’era della tv specializzata avere presidi competenti può creare enormi benefici sui contenuti e, si auspica, sui modelli produttivi”, ha spiegato Leone in un’intervista all’ANSA.

“Solo le competenze possono evitare di sfociare nel ‘generone’ televisivo e far diventare la tv generalista una tv di qualità. “Ho toccato con mano il tema della resistenza al cambiamento – ha raccontato – quando la Rai mi affido’ la direzione Intrattenimento, primo esperimento trasversale di produzione di genere per le reti. Inizialmente incontrai naturali resistenze da parte dei direttori dei canali, ma nel giro di un anno, in collaborazione con loro, portammo a casa Tale e quale show su Rai1 e The Voice e Pechino Express su Rai2, solo per citare tre dei tanti titoli ancora oggi di successo. L’esperienza si chiuse non perché andò male, ma perché il nuovo direttore generale (Gubitosi, ndr) mi nominò direttore di Rai1 e mi chiese di riassorbire nel canale le competenze che erano state esternalizzate”.

Perche’ la scommessa di Salini abbia successo, spiega Giancarlo Leone, “sarà fondamentale capire come funzionerà il coordinamento tra il canale, che é un luogo distributivo, il genere che é un luogo produttivo, il marketing e palinsesto che sono luoghi di coordinamento”. Altra “variabile essenziale sarà la qualità delle scelte: i centri specializzati vanno affidati alle persone più competenti in materia. Qualora ciò non avvenisse, il progetto rischierebbe di naufragare”.

Il piano industriale prevede una newsroom dalla quale sono esclusi Tg1, Tg2 e Tg3 e il Presidente APA a tal riguardo afferma: “Dal mio punto di vista è ineludibile affrontare il tema dell’informazione e della tripartizione dei tg, ormai superata dai fatti. E’ la riforma più difficile, ma è anche la più ambiziosa e necessaria: consiglierei al vertice aziendale di accettare una sfida che non si può più rinviare. Così come è fondamentale un’informazione ‘customizzata’ rispetto al canale, alla sua linea editoriale e al suo target. Vedo tre grandi realtà: un’informazione nazionale e internazionale centralizzata che fornisca le news ai canali; un’informazione locale, che gia’ esiste ed assolve ampiamente al suo compito sia su Rai3, sia come ‘agenzia’ per i tg nazionali; un’informazione customizzata, a se’ stante. Tre elementi di una necessaria riforma – conclude – che dovrebbe superare la tripartizione, consentendo uno sviluppo industriale e di costi maggiormente allineato alle best practice internazionali”.



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