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Indagine Fapav/Ipsos 2023 sulla pirateria audiovisiva in Italia: intervista al DG APA Giovanni Di Pasquale

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Il 24 giugno è stata presentata la nuova indagine sulla pirateria audiovisiva in Italia, condotta dalla società Ipsos per conto di FAPAV – Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.

La presentazione si è svolta in occasione dell’evento “Stati Generali della Lotta alla Pirateria tra Legalità, Sicurezza e Intelligenza Artificiale” organizzato dalla Federazione presso il Salone Angiolillo del Palazzo Wedekind e ha visto la partecipazione di importanti rappresentanti delle Istituzioni e dell’Industria.

Secondo i dati, nel 2023 calano lievemente sia la platea dei pirati sia il numero totale degli atti illeciti ma il danno economico potenziale per le industrie dei contenuti e per il Sistema Paese rimane grave.

Il 39% degli adulti italiani, secondo i dati Ipsos, ha commesso nel 2023 almeno un atto di pirateria fruendo illecitamente di film, serie/fiction, programmi o sport live: 3 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente. In totale si stimano circa 319 milioni di atti di pirateria contro i 345 milioni del 2022.

Un trend in leggera decrescita ma non è sufficiente per analizzare il fenomeno con cauto ottimismo: 4 italiani adulti su 10 hanno infatti compiuto nel 2023 almeno un atto di pirateria. Tra i contenuti più piratati ci sono i film. In calo la visione illecita di serie tv/fiction con un -14% rispetto al 2022.

Tra le diverse tipologie è la pirateria digitale la principale modalità di fruizione dei contenuti piratati (37%) ma, rispetto al 2022, è l’unica che scende leggermente (era 40% nel 2021 e 39% nel 2022). Pirateria indiretta e pirateria fisica restano stabili rispettivamente al 12% e al 9%.

Le IPTV illecite rappresentano una delle forme preferite da circa 11,8 milioni di italiani per accedere almeno una volta ai contenuti pirata, seguono lo streaming con il 18% e il download con il 15%.

I pirati di contenuti audiovisivi sono più concentrati tra gli under 35, sono prevalentemente occupati, possiedono un livello di istruzione più alto rispetto alla popolazione italiana (22% di laureati), sono geograficamente più concentrati nel sud del paese e nelle isole e vi è leggera prevalenza degli uomini rispetto alle donne.

Tra gli adolescenti cala l’incidenza della pirateria (45% contro il 47% del 2022 e il 51% del 2021) e diminuiscono anche gli atti complessivi di pirateria (20,7 milioni) segnando un -14% rispetto al 2022. Tra i contenuti resistono i film (34%) scende invece tra i più giovani l’interesse a piratare contenuti legati allo sport live e alle serie tv e fiction.

La stima del danno economico potenziale per le industrie dei contenuti audiovisivi ammonta a circa 767 milioni di euro (+14% rispetto al 2021, anno dell’ultima rilevazione complessiva).

Rispetto alla nuova legge antipirateria, entrata in vigore nell’agosto del 2023, c’è ancora una conoscenza approssimativa dei contenuti e degli effetti, tuttavia al crescere della consapevolezza cresce la responsabilità individuale. Infatti, il 37% dei pirati ha dichiarato che, a seguito dell’entrata in vigore della nuova normativa, non scaricherà o fruirà più di contenuti audiovisivi in forma illecita.

Tra i relatori del panel, presente il Direttore Generale APA Giovanni Di Pasquale.

Intervista del Direttore Generale APA Giovanni Di Pasquale

“L’attività di informazione e di sensibilizzazione del pubblico, soprattutto de più giovani, attorno al fenomeno dell’illegalità e della violazione del diritto d’autore è centrale nel condurre con successo l’azione di contrasto alla pirateria audiovisiva. Il danno che emerge dalla ricerca, rispetto all’utilizzo illegale dei contenuti audiovisivi è grande, come è elevato quello dell’incidenza sui posti di lavoro. Un impatto che non solo quantitativo, ma anche qualitativo. La pirateria fa perdere valore all’industria e ai contenuti stessi”, ha affermato Giovanni Di Pasquale, Direttore Generale APA.



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