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Da domani su Rai1 “Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso”, una coproduzione Rai Fiction e Viola Film

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Da domani, 20 ottobre, in prima visione su Rai1 va in onda “Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso“, diretto da Alessandro Angelini. La serie tv è liberamente tratta dai romanzi “Non avevo capito niente”, “Mia suocera beve” e “Divorziare con stile” di Diego De Silva, edito da Einaudi. La sceneggiatura è curata da Diego De Silva, Massimo Reale, Valerio Vestoso e Gualtiero Rosella.

Il produttore esecutivo è Carlo Macchitella, il produttore Rai è Erica Pellegrini ed è prodotta da Alessandro Passadore per Viola Film. “Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso” è una coproduzione Rai Fiction e Viola Film.

Sinossi

Prendete la persona più simpatica che conoscete. Poi quella più intelligente. Poi ancora quella più stupida e infantile. Più generosa. Più matta. Mescolate bene. Ecco, grosso modo, il protagonista di questa serie. Un po’ Woody Allen, un po’ Holden, un po’ semplicemente se stesso. Vincenzo Malinconico, iconico personaggio nato dalla penna di Diego De Silva, è un avvocato semi-disoccupato, un marito semi-divorziato, e soprattutto un grandioso, irresistibile filosofo naturale.

È capace di dire cose grosse con l’aria di sparare fesserie e di affrontare la camorra come l’amore con la stessa piroettante, alogica, stralunatissima forza. Malinconico ci fa affezionare alle sue vicende sgangherate e irrisolte e ci fa vedere il mondo attraverso il suo sguardo ironico e autentico. Ci costringe a pensare ridendo. Avvocato d’insuccesso, forse più psicologo che avvocato, Vincenzo Malinconico non raggiunge mai la piena sufficienza. Il suo portafoglio clienti ha un profilo decisamente leggero. Si occupa di contenziosi non particolarmente impegnativi (sinistri stradali, liti di condominio, separazioni, recupero crediti non ingenti) e non sempre porta a casa delle vittorie.

C’è solo una cosa che sa fare davvero (e senza che mai nessuno glielo chieda): filosofeggiare. Vincenzo ha sempre un pensiero in testa. Generalmente, un pensiero fuori tema. Il precariato professionale di Vincenzo va di pari passo con quello privato. Nives, la sua ex moglie, affermata psicologa, lo ha lasciato da tempo per sposare un architetto. Tuttavia non riesce a non tradire il nuovo marito con il suo ex. Malinconico vorrebbe ricostituire l’unità familiare ma viene puntualmente respinto. Eppure, quando Vincenzo inizierà una relazione con la bella collega Alessandra Persiano, Nives dimostrerà che non ha nessuna intenzione di farsi da parte.

Vincenzo e Nives hanno due figli: Alfredo (18), e Alagia (22), figlia di un precedente compagno di Nives. Per via del divorzio, Vincenzo coltiva la colpa di non sentirsi un padre all’altezza ma è una convinzione solo sua, perché sia Alagia sia Alfredo gli sono profondamente legati. Rassegnato ormai all’ozio delle giornate tutte uguali, Malinconico è chiamato d’ufficio a difendere un certo Mimmo ‘O Burzone, squallido macellaio di camorra su cui pende l’accusa di fare a pezzi cadaveri scomodi e smaltirli con radicata nonchalance. In un primo momento, Malinconico vorrebbe rifiutarsi di difenderlo, appellandosi a principi deontologici. Poi, convinto dalla figlia di Burzone, Brooke, che gli ricordala sua Alagia, accetta l’incarico.

Quest’avventura nei meandri della camorra, a cavallo tra commedia e giallo, darà a Malinconico l’occasione di conoscere Amodio Tricarico, un surreale tuttofare della malavita che da un momento all’altro si autoproclama suo braccio destro e non lo lascia più, nella buona e nella cattiva sorte. Ed è proprio la cattiva sorte a dare il via all’indagine made in Malinconico, la notte in cui Brooke viene trovata assassinata senza un apparente motivo.

Cast

Il cast è composto, tra gli altri, da Massimiliano Gallo (Vincenzo Malinconico), Denise Capezza (Alessandra Persiano), Francesco Di Leva (Tricarico) e Teresa Saponangelo (Nives). Inoltre, ci sono Giovanni Ludeno (Espedito Lenza), Luca Gallone (Benny La Calamita), Chiara Celotto (Alagia) e Francesco Cavallo (Alfredo). Fanno parte del cast anche Ana Caterina Morariu (Veronica Starace Tarallo), Giacomo Rizzo (Giustino Talento) e Lina Sastri (Assunta). Infine, ci sono Michele Placido (Ugo Maria Starace Tarallo), Gianfelice Imparato (Romolo Sesti Orfeo) e Carlo Massarini (Mister Fantasy).

Dichiarazioni

Alessandro Angelini, regista di “Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso“, commenta:

Vincenzo Malinconico non è solo un “avvocato d’insuccesso” ma soprattutto un acrobata dei sentimenti. In quel carnevale sgangherato che è la sua vita, riesce a stare in piedi solo con l’autoironia e il giusto distacco dichi pensa che in fondo, in ogni situazione, poteva anche andare peggio. E come potrebbe essere altrimenti? Ha un rapporto esclusivo con una figlia che in realtà non è sua, un figlio in perenne ricerca d’identità, un’ex moglie che lo ha lasciato ma che lo rivuole come amante e una suocera in aperto conflitto col mondo, che sembra essere l’unica a capirlo.

“A lavoro non va poi tanto meglio e Malinconico è costretto a muoversi in un sottobosco di camorristi, avvocati tromboni, bellissime ereditiere deluse e guappi con problemi di daltonismo. Insomma una galleria di figure al limite eppure incredibilmente vere. Merito della penna di Diego De Silva, abile a immergersi in un contesto drammatico e a restituircelo filtrato dalla lente dell’ironia, a creare un eroe dei nostri tempi così simile a noi, proprio perché impreparato – a casa come a lavoro – a resistere agli urti della vita.

Nel passaggio dalla pagina scritta alla realizzazione, il cast ha arricchito e valorizzato quanto di prezioso esisteva. Massimiliano Gallo si è calato nei panni di Vincenzo Malinconico con grande cura, facendo suoi i vizi e le nevrosi del personaggio letterario per contagiarlo con la sua simpatia, la sua bravura, tutta la sua irresistibile umanità. Per il mondo di Malinconico, in cui il rovesciamento dalla commedia al drammatico avviene alla velocità della luce, Massimiliano è l’attore perfetto al posto giusto! Lina Sastri, straordinaria signora delle scene italiane, e Michele Placido, autentico mattatore sulla scena e fuori, non solo hanno reso indimenticabili i loro personaggi ma hanno capitanato con grazia ed esperienza un gruppo di formidabili attori che ha saputo mettersi in gioco fino in fondo.”

Ana Caterina Morariu, Teresa Saponangelo, Francesco Di Leva, Luca Gallone, Giovanni Ludeno, Tony Laudadio, hanno il merito di aver portato sullo schermo il gioco, la verità, la bellezza di personaggi fortemente empatici. Alessandra Persiano, che attraversa i sogni e tutta la saga di Malinconico, ha gli occhi blu e il sorriso di Denise Capezza e Giacomo Rizzo – inimitabile caratterista del cinema dagli anni ’50 – che qui ci regala un commovente ritratto di un innamorato della terza età – segna, idealmente, il trait d’union tra Malinconico e un certo tipo di cinema, la commedia beffarda di Nanni Loy, cui la nostra serie strizza l’occhio.

Mi sono innamorato di “Malinconico” alla prima lettura ma metterlo in scena non è stato affatto facile. Malinconico è Malinconico. Commedia, dramma, visioni oniriche…rapporti generazionali e affettivi rovesciati. Nulla è certo. Il genere legal svuotato di pathos e riempito d’ironia; niente studi milionari e avvocati vincenti, piuttosto cause di poco conto e il fato a regolare la vita delle persone come solo al sud può accadere. Nomen omen… Malinconico… è uno stato d’animo che tende a qualcos’altro… come scoprire l’allegria in un piccolo dolore, sfogliare la margherita del m’ama non m’ama e accorgersi felicemente, petalo dopo petalo, che non è l’amore che si sta cercando e che in fondo, va bene così.

In questo va riconosciuto il merito dei produttori; quello di aver creduto e sostenuto un prodotto diverso. Più libero dai cliché. Salerno, con il suo centro storico da scoprire e la Costiera amalfitana con i suoi orizzonti a picco sul mare, non sono solo l’ambientazione ma dei veri e propri personaggi della serie. È in costiera, infatti, che Malinconico prova a vivere il suo sogno d’amore con la Persiano; la corsa romantica sui tornanti con la macchina decapottabile e i capelli al vento che sanno tanto di libertà e fuga dalle scartoffie e dal grigiore del tribunale, riempiono lo schermo di bellezza.

Mentre il dedalo di vicoli e crocicchi del centro storico di Salerno che si aprono su piazze ricche di storia, ben rappresentano le vite di perfetti sconosciuti sempre connesse e in relazione tra loro. Il sopracitato “carnevale di Malinconico” appunto, in cui, allo stesso tempo, tutto è possibile. Ridere, commuoversi. Riflettere. Persino scoprire, come accade al nostro protagonista, che quando sei vivo, non devi far altro che…vivere. Perché la gente è il più grande spettacolo del mondo e non si paga nemmeno il biglietto!



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